Brano: [...]giati da Aurelio Padovani, le une e gli altri spalleggiati dai Comandi militari e finanziati da industriali e agrari.
Numerose furono le aggressioni squadristiche contro organizzazioni popolari “rosse” e “bianche” dal dicembre 1920 (eccidio di socialisti ad Aquino) al gennaio 1925 (scontro tra comunisti e fascisti a Piedimonte d'Alife). Tra gli episodi più gravi si ricordano l'assedio del Municipio “rosso” di Capua (marzo 1921), lo scontro di Santa Maria Capua Vetere (settembre 1922), l’incendio della tipografia del giornale L’unione di Caserta (aprile
1923).
L’atteggiamento da tenere contro le imprese squadristiche determinò un vivace dibattito nella Sezione socialista sanmaritana. Qui il prestigio di Indaco, contrario alla scissione socialista avvenuta nel gennaio
1921 a Livorno, era riuscito a tener unita la locale Sezione, (mentre sorgeva a Cassino, diretta da Luigi Selmi, la Federazione comunista), ma non veniva però accettata la posizione conciliante e turatiana di Indaco nei confronti delle provocazioni fasciste. Via via che l’attività squ[...]
[...]2, per iniziativa di Ercole Naglieri, si costituì la Sezione del P.C. d’I.; il 23.7.1922, per iniziativa di Antonio Palmieri, segretario della Camera del lavoro, sorse l’organizzazione degli Arditi del popolo, alla quale aderirono comunisti, socialisti, anarchici e repubblicani. Mentre sotto i colpi delle squadre fasciste e nazionaliste le organizzazioni proletarie della regione si dissolvevano alla vigilia del raduno fascista di Napoli soltanto Santa Maria Capua Vetere restava zona proibita allo squadrismo. I fascisti capeggiati dal Padovani decisero allora di dare l’assalto alla città e, il 16.9.1922, furono qui concentrate tutte le forze fasciste del Casertano e del Napoletano. Dopo un comizio tenuto da Padovani nel Teatro “Garibaldi”, i fascisti dettero l’assalto alla Camera del lavoro in piazza Amedeo, nonché alle sedi del P.S.I. e del P.C. d’I. che vennero saccheggiate e date alle fiamme. Convinti di avere ormai sbaragliato le forze proletarie sanmaritane, i fascisti vollero festeggiare la vittoria con un corteo che tennero il 18 settembre per le vie c[...]
[...]rteo fascista fu messo in fuga da colpi di pistola e lancio di bombe a mano che ferirono alcuni degli aggressori. Due giorni dopo trovò la morte il giovane fascista napoletano Francesco Belfiore, gli squadristi compresero che non tirava buona aria per loro e non si fecero rivedere.
A scontrarsi erano state le avanguardie, ma il carattere democratico delle lotte sostenute nella città sarà dimostrato anche dalla sentenza della Corte d’assise di Santa Maria Capua Vetere che, il 6.3.1924, assolverà tutti i 21 antifascisti arrestati dopo gli scontri.
Gli anni del fascismo
Sotto il regime numerosi saranno i sanmaritani ammoniti e vigilati speciali. L’operaio di conceria Roberto Sparaco, deferito al Tribunale speciale, il 28.11.1941 sarà condannato a 5 anni e 8 mesi per « di
sfattismo e offese al Duce ». All’indomani dell’aggressione fascista alla Repubblica spagnola (1936) l’organizzazione comunista clandestina venne ricostituita per iniziativa di Corrado Graziadei (n. a Sparasse l’11.8.1893, m. a Roma il 13. 7.1960), da poco tornato dal confino delle [...]
[...]oniti e vigilati speciali. L’operaio di conceria Roberto Sparaco, deferito al Tribunale speciale, il 28.11.1941 sarà condannato a 5 anni e 8 mesi per « di
sfattismo e offese al Duce ». All’indomani dell’aggressione fascista alla Repubblica spagnola (1936) l’organizzazione comunista clandestina venne ricostituita per iniziativa di Corrado Graziadei (n. a Sparasse l’11.8.1893, m. a Roma il 13. 7.1960), da poco tornato dal confino delle Tremiti. Santa Maria Capua Vetere fu poi il principale centro di diffusione del giornale clandestino Il Proletario che, dall’agosto
1942 al luglio 1943, venne stampato a Capua dal ferroviere comunista Aniello Tucci e diffuso tra I gruppi comunisti che si andavano riorganizzando in quel periodo nei vari centri del Napoletano.
Lotta di liberazione
La riorganizzazione dell’antifascismo nella città e nella zona permise, dopo I’8.9.1943, una vasta attività di sabotaggio contro i tedeschi. Questa venne favorita anche dalla presenza di un numero considerevole di militari sbandati nella zona e dall’esistenza di depositi di a[...]
[...]fata, dove un gruppo di partigiani aveva iniziato la lotta: all’alba, sostenuti da carri armati e da cannoncini, reparti di Alpenjaeger diedero l’assalto alla collina per snidarli e, dopo un’intera giornata di combattimenti con perdite da ambo le parti, paventando un nuovo più massiccio attacco, durante la notte i partigiani rientrarono in città, protetti dalla popolazione.
All’alba del 5 ottobre, quando pattuglie tedesche presidiavano ancora Santa Maria Capua Vetere per proteggere la ritirata degli ultimi reparti, i partigiani assaltarono la caserma dei carabinieri, si impossessarono delle armi ivi trovate e circondarono la sede del Comando tedesco in piazza Amedeo, costringendolo alla resa. Nello scontro rimasero uccisi lo squadrista Enrico Liguori (collaboratore dei tedeschi) e un appuntato dei carabinieri che aveva tentato di fermare l’azione partigiana.
G.Cap.
Sant’Anna, Strage di
Frazione del comune di Stazzema
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